L’ARTE DI MEDITARE
La meditazione non è una tecnica, ma uno stato. Uno stato di accoglienza e di osservazione presente e consapevole.
La meditazione non si fa, accade.
La maggior parte di noi inizia un percorso meditativo in cerca di pace. Ma ben presto ci accorgiamo che quello con cui entriamo in contatto è il caos della nostra mente e la ristrettezza del nostro cuore. La pace non è la quiete, è piuttosto l’accoglienza dell’irriquietezza.
La pratica della consapevolezza insegna a stare, a entrare in intimità con ciò che vi accade. L’intimità della meditazione è contatto con il tessuto dell’esperienza, con la percezione diretta e non mediata dalle reazioni della mente di quanto accade, del suo impatto su di noi. Questa giusta vicinaza ci permette di arrivare non più ad una reazione ma a una risposta. Essere presenti significa essere presenti al proprio io come a un oggetto di studio.
La presenza è riconoscere quello che c’è,, riconoscere la calma, riconoscere il movimento dei pensieri, non preferire la calma al movimento dei pensieri, non scegliere.
Il cambiamento inizia proprio da qui, ora.
Il cambiamento inizia accogliendo se stessi, la nostra incompiutezza, la nostra mancanza, cercando di non migliorarsi, di non cambiarsi, aspettando, osservando le cose cambiare.
Meditare è innanzitutto stare fermi; sedersi e seguire umilmente il respiro, accogliere in silenzio, conoscere senza pensare. Meditare è seguire i movimenti della nostra mente smettendo di affaccendati in azioni, pensieri, preoccupazioni per il futuro, ricordi del passato. È insomma stare dentro noi stessi, dentro tutto ciò che ci attraversa, dentro tutto ciò che siamo in quel momento, consapevolmente.