In ogni osservazione si trovano simultaneamente l’osservatore, la cosa osservata e l’atto di osservare. Tra percepire un oggetto e nominarlo, vi è uno spazio in cui la persona si introduce giudica se questo è gradevole o sgradevole. Se questo è gradevole, essa si identifica con esso se questo è sgradevole esso lo respinge e fugge. Allora là non è più possibile l’osservazione. Invece, in una osservazione in cui non vi è alcuna inferenza da parte di un giudizio, vi è fusione tra l’osservatore e la cosa osservata, e là ci troviamo sulla porta dell’essere.
La pratica è un mezzo di conoscenza, quando siamo consapevoli del modo in cui funzionano, ci rendiamo conto di oscillare continuamente dal presente al passato e dal passato al futuro. Questi movimenticaotici sono basati sul pensiero e sulla memoria: si verifica la proiezione di un’identità personale con un io al centro che cresce e fiorisce. Quando noi pensiamo, progettiamo sia il passato che il futuro. Senza passato, non vi è futuro. Ieri e domani sono immaginazione, ma la vita è soltanto adesso. Il momento presente è senza pensiero, è pieno di energia, di gioia e di amore. L’osservatore e la cosa osservata si fondono.
Noi siamo talvolta consapevoli di questo movimento di va e vieni, da questo provengono la noia e l’insicurezza. Dovremmo diventati consapevoli, accettarlo come un fatto e non fuggirlo: allora questa sensazione, osservata e accettata, subisce una trasformazione che rivela la gioia di vivere. Il momento contiene tutte l’eternità, senza pensiero né paura. L’esistenza, che è soltanto pensiero, si dissolve nella pienezza. Là si trova il segreto della vita, aperto a tutti, in cui tutto è compreso.
L’identificazione è prendersi per ciò che non siamo, e di conseguenza smettere di essere ciò che si è. Se il nostro mentale è tormentato, accetto la situazione senza volere scappare. L’accettazione ci conduce alla comprensione. La realizzazione in uno spazio-tempo in quel momento è semplice. Accettare un fatto ci conduce al di là dell’io, alla trasformazione del pensiero attraverso la fiamma dell’amore. Allora si svolge il gioco divino. il sé trascende il cambiamento, incluse nascita e morte. Il cambiamento è la caratteristica dell’esistenza. Noi siamo coscienti della nostra esistenza, di conseguenza la trascendiamo.
La meditazione ha come fine di partire alla ricerca di colui che medita. Così, l’osservatore diventa osservazione.