La meditazione è tutto ciò che accade dentro di noi nel lasso di tempo in cui stiamo seduti immobili in silenzio.
La noia è meditazione. Il male alle ginocchia la schiena al collo e meditazione. I pensieri parassiti sono meditazione. I gorgoglii nello stomaco sono meditazione. L’impressione di perdere tempo a fare una boiata pseudo spirituale e meditazione. La telefonata che prepari mentalmente e anche la voglia di alzarti a farla e meditazione.
La resistenza che oppone a quella voglia meditazione cedere invece no.
Tutto qui. Niente di più.
Qualunque cosa in più è di troppo.
Se lo si fa regolarmente per dieci minuti venti minuti mezz’ora al giorno ciò che accade nel lasso di tempo in cui si sta seduti immobili e in silenzio cambia. Cambia la postura. Cambia la respirazione. Cambiano i pensieri. Cambiano perché tutto in ogni caso cambia ma cambiano anche perché li sì osserva. Quando si medita non si fa e soprattutto non si deve fare nient’altro che osservare. Osservare l’affacciarsi alla coscienza dei pensieri, delle emozioni, delle sensazioni. Osservarne il dissolversi. Osservarne le fondamenta i punti d’appoggio delle linee di fuga. Osservare nel paesaggio. Non fare corpo con loro, non scacciarli. Seguire la corrente senza lasciarsi travolgere. A forza di farlo e la vita stessa cambiare punto sulle prime non ce ne rendiamo conto. Abbiamo la vaga impressione di essere sulla soglia di qualcosa. Qualcosa che lentamente prende forma. Ci distacchiamo un poco soltanto un poco da ciò che chiamiamo se. Ma quel poco è già molto. È già moltissimo.