La pratica di consapevolezza come Via

L’arte di conoscere noi stessi attraverso una pratica di consapevolezza è un atto di fede. Di fiducia verso noi stessi accogliendo noi stessi. Solo quello che si ama può essere salvato. Solo quello che si abbraccia può essere trasformato.

Non credo che un percorso di consapevolezza profonda possa essere separato da una via spirituale. È fondamentale incontrare la nostra anima e sapere perchè siamo entrati nel viaggio della vita e accoglierci sia nella gioia che in tutta la nostra inquietudine. Un percorso di evoluzione implica un viaggio dell’anima.

Occorre coraggio per porsi sulla strada della conoscenza di sé e scrutare le ombre che sono nascoste nel nostre cuore, affrontare le nostre paure, i nostri pregiudizi e condizionamenti e mettersi in cammino. La vita presenta a tutti le occasioni per trasformare se stessi, ma non sempre siamo pronti o disponibili. Quando impariamo a riconoscere, abbracciare e capire la nostra sofferenza, soffriamo molto meno. Non solo, siamo anche in grado di andare oltre e di trasformare la sofferenza in comprensione, compassione e gioia, per noi stessi e per gli altri.

Fermarci e fare un respiro cosciente, prestando tutta l’attenzione all’inspirazione e all’espirazione. Accogliere qualsiasi esperienza senza aggiungere e senza togliere niente, in pieno corpo. Essere corpo. La pratica della meditazione di consapevolezza riallaccia il legame con il corpo, si ricomincia a sentire, a trovare quel sentire nascosto dietro irrequietezza mentale.

Attraverso il respiro. La ripetuta attenzione al respiro, alle sensazioni, alle emozioni e ai pensieri che ci attraversano, riallaccia il legame con il sentimento d’essere. Non aggiungere, ma anche non togliere niente al sentire. Entrare in intimità con il sentire. Stare con la nudità del sentire. In realtà, una sensazione non può che durare al massimo due tre minuti, poi cambia.

Le emozioni arrivano ad ondate, hanno pause, intervalli. Quello che può rendere apparentemente continuo un momento di malessere sono le nostre aggiunte, i nostri commenti, le critiche, il giudizio.
Occorre un centro, un luogo a cui tornare, creare un nido al centro del cuore, il respiro, il corpo, le sensazioni, la coscienza ben radicata nell’organismo, un luogo a cui fare costantemente ritorno. Si impara a tornare a sé sempre e ovunque.

La consapevolezza non appartiene al tempo, vive nel fluire, trascorre, tutt’uno con la vita stessa. Come il respiro. Ogni sensazione, ogni emozione, ogni pensiero è per sua stessa natura pura consapevolezza. Niente interrompe la consapevolezza. La meditazione non va usata per parificare tutto, ma per sentire consapevolmente tutto ciò che ci attraversa. Per conoscere la propria realtà esistenziale e stare con ciò che c’è. Qui, ora.

Lo yoga attraverso la pratica di consapevolezza crea stabilità interiore lasciando emergere lo stato meditativo consolidando una visione lucida e stabile.

Praticheremo per trasformare uno stato di dispersione in uno stato di equilibrio e concentrazione interiore. Lo stato di dispersione nel qual viviamo è all’origine dei nostri problemi, delle nostre difficoltà di vivere.

Lo stato di equilibrio e di concentrazione interiore opererà in noi un cambiamento profondo, un capovolgimento totale difficilmente esprimibile con delle parole e delle spiegazioni.

BUONA PRATICA A TUTTI

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