PRANAYAMA

Il respiro è il primo mezzo che abbiamo per tornare a noi. Il respiro è sempre presente. Qualsiasi cosa ci accada è sempre lì. Quando ci troviamo in difficoltà, nervosi, ansiosi o agitati la prima cosa che possiamo fare e tornare al corpo. Tornare al corpo attraverso il respiro. Tornare al respiro attraverso il corpo. Incontrarci nel respiro. Spostando l’attenzione sul respiro, entrare in contatto con il flusso d’aria che entra che esce dalle narici, si entra immediatamente in contatto con il momento presente. La prima cosa che possiamo fare è espandere l’inspiro e lavorare sul ritmo. Quando siamo nefvosi, agitati il respiro si contrae. espandere. fare spazio. Se il respiro è lento la mente tranquilla, se la mente è agitata il respiro è agitato, quindi intervenendo sul ritmo, si interviene indirettamente sul complesso mentale.

Con il pranayama ci preoariamo ad accogliere lo stato meditativo orientandoci a quel luogo, in quel corpo sottile dove la meditazione si manifesta. Patanjali indica il pranayama come uno stato di consapevolezza del flusso d’aria che accade quando lo stato di stabilità interiore si compie in asana. Attraverso il pranayama si ha il contenimento del Prana, quindi se il Prana non disperde, la mente non disperde e può portarsi verso la concentrazione. Dharana.

Nei suoi Yoga Sutra, Patanjali ci dice quanto segue in merito al Pranayama:

2.49: Tasmin sati shvasa prashvsayoh gati vichchhedah pranayamah.

Una volta raggiunta la perfezione della postura in meditazione, possiamo praticare la regolazione dell’inspirazione e dell’espirazione e l’espansione dell’energia vitale o Prana.Questa pratica è nota come Pranayama.

2.50: Bahya abhyantara sthambha vrittih desha kala sankhyabhih paridrishtah dirgha sukshmah.

Il pranayama ha tre aspetti: il flusso verso l’esterno? o espirazione, flusso verso l’interno o inspirazione e l’assenza di entrambi quando nel passaggio tra i due in cui il respiro è trattenuto, noto come ritenzione o sospensione.Questi tre stati sono regolati dal luogo, dal tempo e numero e il respiro diventa lento e sottile.

2.51: Bahya abhyantara vishaya akshepi chaturthah.

Esiste un quarto tipo di Pranayama, che trascende i pranayama di inspirazione ed espirazione. Si manifesta senza sforzo e succede durante la concentrazione.

2.52: Tatah kshiyate prakasha avaranam.

Come risultato, il velo che oscura la luce interiore si assottiglia.

2.53: Dharanasu cha yogyata manasah.

La mente ora diventa idonea alla concentrazione o dharana.

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